Discorso di Udo Sürer - 24 Agosto 2008 - Vinca

Pubblicato il da vinca



Il 24 agosto del 2008, Giorno di commemorazione alle vittime della stragge di Vinca, è stata data la possibilità di esprimersi dal palco davanti al publico di Vinca a Udo Sürer.

 

Discorso integrale :

 

Gentili signore e signori!

Vi saluto tutti indistintamente, soprattutto i parenti superstiti delle vittime dell'eccidio di 64 anni fa.

Dieci anni dopo la morte di mio padre ho cominciato a trovare documenti che dimostrano che l'SS-Unterscharführer Josef Maier faceva parte della prima compagnia nel reparto esploratori del 16esimo battaglione SS di Walter Reder.

Dalle mappe e dalle deposizioni dello stesso Walter Reder, riprodotti in un libro è provato, che la compagnia di mio padre faceva parte dell’accerchiamento di San Terenzo e Valla il giorno 19 Agosto 1944, e che la stessa prima compagnia era il primo reparto militare ad occupare il paese di Vinca nella mattina del 24 Agosto.

Soprattutto per Vinca devo quindi ritenere molto verosimile che mio padre ebbe un ruolo attivo nell'uccisione dei circa 140 abitanti del paese durante il primo giorno della strage.

In vacanza con la famiglia nel Luglio 2005 sono arrivato per la prima volta in Lunigiana. Appena giunto a San Terenzo fermai un signore anziano per chiedergli la strada per Valla, e alla sua domanda sul perché glielo chiedessi rispondevo che ero il figlio di un soldato delle SS che parteciparono all’eccidio.

Il signore anziano era Romolo Guelfi, sopravvissuto a quell’eccidio in cui perse i familiari.

Le parole con cui Romolo mi accolse furono: «E’ Bene che siete venuti!».

E questa frase mi è rimasta per sempre nella parte più profonda di me.

Due giorni dopo venni a Vinca dove sono andato al Mandrione. Nel' estate 2006 fui accolto dal comitato delle vittime civili di San Terenzo e nell' Agosto 2007 ho assistito per la prima volta alle commemorazioni di San Terenzo e di Vinca.

La mia presenza qui oggi è certamente una novità rispetto alle commemorazioni alle quali siete abituati a partecipare da più di 60 anni. Sono anche consapevole che la mia presenza per alcuni di voi può significare una

provocazione.

È anche vero che l' anno scorso ho preferito assistere in silenzio a questa cerimonia. Ed io il lutto lo concepisco in effetti piuttosto un rito silenzioso.

San Terenzo e Vinca per me sono inanzitutto luoghi di lutto - un lutto che non sono in grado di provare quando sono di fronte alla tomba di mio padre.

 

Al contrario di voi non ho perso nessuna persona vicina o amata in guerra. Ho soltanto dovuto rinunciare ad un buon padre. Perchè quell' uomo che, benche mutilato, ritornò a casa da queste stragi, non era un buon padre. Come poteva esserlo??

Condividere con voi e con il vostro permesso il lutto per i vostri cari trucidati è per me un grande regalo ed un'esperienza profondissima ogni volta che vengo. È il motivo principale per i miei viaggi nei vostri paesi.

C'è un altro fatto che  terrei a far conoscere:

Relativo alla celebrazione di Vinca dell' anno scorso, quando dal palco referirono che era presente tra il pubblico un avvocato tedesco, figlio di una delle SS che partecipava all’eccidio:

«È venuto con la sua famiglia per chiedere scusa», disse l'oratore -

 

Tra i presenti un momento di sussulto generale e la ragazza che si trovava al mio fianco esclamò fra lo stupore e l’ammirazione «ma è pazzo?!».

La signora secondo me aveva ragione. Infatti una tale richiesta al fine di scusarmi non l'ho mai fatta.

Perchè non chiedo scusa per mio padre? Ci sono tre motivi, uno indipendente dell'altro:

 

1) Il primo motivo è che la crudeltà, l'atrocità dei fatti ha raggiunto una dimensione troppo grande per un semplice perdono.

 

2) Il secondo motivo è, che prima del perdono ci vuole il colpevole pronto a pagare per quello che ha fatto e poi pronto a chiedere scusa lui stesso. Questa comprensione no l'ho mai accertata in mio padre, ed inoltre ormai lui è morto.

 

3) Il terzo: Io personalmente non posso chiedere scusa perche non sono colpevole. Non credo in nessuna colpa collettiva, anche famigliare, benche la responsabilità collettiva del popolo tedesco ed austriaco la vedo chiaramente.

 

Sono stato chiamato su questo palco dal caro amico Celso Battaglia, che insieme ai fratelli Mario e Roberto Oligeri di SanTerenzo in primavera hanno raccontato il ricordo delle stragi in una pubblica riunione a Lindau, la mia città, lasciando una grande impressione fra il pubblico numeroso.

 

Celso, io e gli altri amici ci sentiamo riuniti nella volontà di continuare a parlare di questo passato atroce per non dimenticarlo e per aumentare le possibilità di pace e di comprensione tra i nostri popoli allo scopo di non ricadere nella barbarie. Come tutte le culture del mondo anche la nostra cultura comune è troppo preziosa per affondarla di nuovo nel sangue.

 

Grazie mille dell' ascolto.



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